10 sfide nella traduzione delle interfacce utente e come superarle

Scopri il mondo dinamico della traduzione di interfacce utente, un campo in rapida espansione che fonde competenze linguistiche e tecnologiche. Unisciti a noi per esplorare le sfide e le opportunità di questo settore affascinante. Diventa un esperto in software, IT e comunicazione digitale e anticipa le insidie con la nostra guida esperta.
Apr 24 / Ivana Baldioli
La traduzione di interfacce utente richiede il possesso di competenze sia traduttive, sia di alcune competenze relative ai settori software, IT, comunicazione digitale, per citarne alcuni.
Si tratta di un settore della traduzione molto richiesto e in crescita costante, molto interessante ma che presenta anche alcune piccole insidie, scopriamole insieme.
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1. Mancanza di consistenza

I testi devono essere coerenti almeno dal punto di vista stilistico e terminologico, non solo per fare in modo che siano piacevoli e si ricrei una buona esperienza per l’utente, soprattutto per non creare confusione nel lettore, al quale devono essere fornite informazioni chiare e, appunto, coerenti.

Ad esempio: un termine software può avere più di una denominazione come CPU o processore, e per molte persone la differenza non è significativa ma ci sono anche persone non in grado di distinguerle e, a meno che non ci sia la possibilità di aggiungere una nota esplicativa, èconsigliabile attenersi a una sola dicitura, possibilmente quella più chiara.

2. Contenuti non localizzati o localizzati in parte

Localizzare i contenuti quando è necessario non è solo una buona pratica per garantire una traduzione accurata e coerente, ma anche per adattare il testo di partenza alla cultura locale in modo che risulti più semplice e intuitivo. Non localizzare è quindi un errore e farlo in parte crea ancora più confusione.

Se ad esempio localizziamo alcuni dati numerici ma non traduciamo i valori cui si riferiscono, nonsempre ciò semplifica la comprensione 3.19 CPU space left – 3,19 CPU space left

3. Rinunciare a dare indicazioni chiare sulla fonte delle informazioni

Spesso fornire indicazioni da sole non basta, per quanto chiare ed esplicative possano essere. È quindi sempre una buona pratica aggiungere una nota alla sezione o al capitolo e alla pagina di riferimento. Ricordiamoci che la traduzione di interfacce utente fa capo a prodotti di cui usufruire e avere un riferimento per reperire e consultare le informazioni e le istruzioni è fondamentale.

Esempio: se per ragioni di spazio potrebbe essere difficile aggiungere la nota alla sezione, al capitolo e alla pagina si possono usare le abbreviazioni: sez., cap., pag. o p.

4. Tag errati

La traduzione di interfacce utente prevede anche l’uso di tag singoli o di apertura e di chiusura che, se omessi, aggiunti o posizionati non correttamente non interferiscono solo al livello del contenuto, ma anche del layout.

Ad esempio: applicando un tag di apertura e di chiusura in una posizione differente rispetto a quella del testo target, si potrebbe sfalsare il layout e compromettere sia il contenuto visivo che la semplicità di lettura.

5. Parti non tradotte o parti erroneamente tradotte

In italiano sono largamente in uso numerosissimi termini stranieri in ambito IT, che possono essere tradotti o meno, specialmente in base alle direttive delle linee guida di un progetto. Un errore che però non bisogna assolutamente commettere è quello di lasciare in inglese termini che si usano solo in italiano e viceversa.

Ad esempio: Log in può essere tradotto o meno, processor non viene quasi mai utilizzato in inglese e viene tradotto, monitor invece può essere lasciato in inglese o tradotto in italiano.

6. Mancanza di contesto o poco contesto

Il contesto è re in ogni traduzione che si rispetti ed è così anche per la traduzione di interfacce utente. In mancanza di uno o più riferimenti, potrebbe essere utile agganciarsi alle parti che precedono e seguono il pezzo che si sta traducendo.

Ad esempio: in un’app utilizzata per impostare e gestire un apparecchio multifunzione ricorre la parola “gain” che può riferirsi alla stampa o un aumento di valori audio o video per un computer, tra le altre cose.
Se il progetto prevede semplicemente la traduzione di una serie di comandi (senza titoli 
e altre specifiche), molte volte è utile inquadrare i segmenti o le righe appena sopra e sotto il pezzo a cui stiamo lavorando per capire a quale ambito fa riferimento il termine.
Per la stampa offset è il 
guadagno di punto, se ci si riferisce al pc potrebbe essere un guadagno audio o video.

7. Pubblico target trascurato

Spesso i testi da tradurre si rivolgono a un pubblico specializzato di informatici o si tratta di documenti interni per i dipendenti di un’azienda, altrettanto specializzati nel settore di riferimento.
Ma, uscendo da questi contesti, occorre cambiare totalmente registro e usare una parte della terminologia notevolmente semplificata.

Ad esempio: prendiamo l’esempio precedente. Nonostante guadagno sia già abbastanza chiaro, perché non semplificare e optare per aumento del punto di stampa offset o aumento dell’audio o del video? Semplificare fa parte della traduzione UI.

8. Mancato aggiornamento di una traduzione nel tempo

La pratica di aggiornare le traduzioni è nota, in alcuni ambiti che prevedono aggiornamenti continui è necessario tornare ad alcune vecchie traduzioni per apportare modifiche o eliminare o aggiungere a seconda degli aggiornamenti del settore cui ci si riferisce. Non aggiornare una traduzione la rende semplicemente inservibile e non in linea con le necessità del momento.

9. Limite di caratteri e spazio

Pulsanti, grafiche, tabelle, finestre, campi da compilare sono solo alcuni esempi in cui possono verificarsi discrepanze per quel che riguarda la lunghezza di termini e brani. Cercare di mantenere la lunghezza del testo di partenza aiuta a mantenersi nel numero di caratteri ammesso.
Nel caso 
fossero necessari tagli, naturalmente non devono compromettere né la pertinenza né la comprensione di brani più o meno lunghi (ad esempio sottotitoli).

Ad esempio: Delete or restore this file , tradotto parola per parola con Elimina o rispristina questa cartella può essere semplificato in Elimina o ripristina cartella per ragioni di spazio.

10. Traduzione di testi nelle immagini, didascalie ecc.

Come è noto parole e frasi in inglese hanno una lunghezza minore e sono consentite abbreviazioni molto più che in italiano, in cui i testi sono generalmente più lunghi all’incirca del 10%. In alcuni casi potrebbe non essere un problema, ma se il testo si trova all’interno di immagini, grafiche, grafici e simili la situazione è diversa. Anche in questo caso cercare di mantenere la stessa lunghezza del testo fonte aiuta molto, altrimenti sarà necessario abbreviare.

Conclusione

La traduzione di interfacce utente è un’attività complessa e sfidante. Richiede una buona padronanza della lingua di partenza e di arrivo, nonché delle specificità tecniche e culturali dei settori coinvolti. 

Inoltre, è importante tenere conto dei problemi di spazio e lunghezza che possono sorgere nella traduzione di testi nelle immagini, didascalie e altri elementi grafici. Infine, è essenziale aggiornare la traduzione nel tempo, in modo da riflettere le eventuali modifiche o innovazioni del prodotto o del servizio offerto.

Seguendo queste indicazioni, si potrà garantire una traduzione di interfacce utente di qualità, che soddisfi le aspettative e le esigenze degli utenti finali.
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